Come calibrare il monitor

Come calibrare il monitor

da | Nov 5, 2020 | 0 commenti

Perché e come calibrare il monitor? Trovi la risposta e la spiegazione del procedimento per calibrare lo schermo di un pc, effettuato con sonda colorimetrica Datacolor SpyderX.

Anche se la maggior parte dei videogiocatori valutano un monitor in funzione dei tempi di risposta e del refresh del pannello (rigorosamente di tipo TN in ambito gaming competitivo), la bontà di un monitor LCD può essere valutata anche in funzione di altre caratteristiche tecniche legate allo spazio cromatico riproducibile: più precisamente si tratta di valutare il gamut (gamma) ovvero l’insieme di colori che il monitor è in grado di riprodurre nonchè il cd. deltaE che ne misura l’accuratezza.

Quasi sicuramente quando un gamer legge la descrizione di un monitor sorvola o addirittura ignora le percentuali di copertura dello spazio colore sRGB o AdobeRGB dichiarate dal produttore (es. 97% sRGB, 75% AdobeRGB) per soffermarsi su altre caratteristiche quali il tempo di risposta del pannello, il refresh e il supporto alla tecnologia Freesync o G-Sync. Nella maggior parte dei casi, a dire il vero, queste informazioni vengono omesse quando si pubblicizza o anche quando si recensisce un monitor da gaming: ad esempio, attualmente, navigando sulla rete ci risulta impossibile reperire informazioni sulle percentuali di copertura spazio colore per un monitor ASUS della serie ROG (nello specifico  il ROG STRIX XG258Q, famoso per le sue caratteristiche di monitor da gaming competitivo con pannello da 1 ms a 240Hz di refresh).

Nonostante ciò, abbiamo ritenuto opportuno scrivere un articolo sulla calibrazione dei colori del monitor,  poichè pur riconoscendo che per uso strettamente gaming una diversa percentuale di copertura dello spazio colore del monitor è praticamente ininfluente, riteniamo che un gamer debba essere consapevole delle potenzialità tout-court del proprio hardware dato che un PC da gaming è pur sempre un personal computer e non una console da gioco. In altre parole, dato che un computer da gaming può essere utilizzato anche per altri scopi non strettamente ludici come ad esempio l’ufficio, la produttività, la creazione di contenuti multimediali e il fotoritocco, è importante che i componenti equipaggiati offrano prestazioni soddisfacenti, pur non eccellendo, anche in questi ambiti. Un componente critico cui prestare particolare attenzione in tal senso è il monitor, poichè il resto dell’hardware scelto in ottica gaming nella maggior parte dei casi risulta più che sufficiente in altri utilizzi, dato che i videogiochi richiedono processori e memorie veloci oltre a schede video dedicate molto potenti nell’elaborazione della grafica 3D.

Perchè calibrare il monitor

La calibrazione del monitor non serve a visualizzare immagini migliori o più fedeli all’originale e nemmeno ad avere belle stampe e soprattutto non migliora la qualità di un monitor scadente. Allora perchè è importante la calibrazione dei colori di un monitor?

Innanzitutto se il vostro utilizzo del PC è rappresentato esclusivamente dal gaming, come già detto, non avete alcuna necessità di calibrare il monitor ma, se, oltre a giocare, lavorate ogni tanto con grafica, foto e video editing, sapete già che uno degli aspetti fondamentali è la corrispondenza tra i colori a video e quelli che poi troverete sulla carta stampata o verranno visti su altri monitor; la calibrazione serve proprio a cercare di raggiungere questa corrispondenza che si rende necessaria quando si condividono immagini su supporti diversi infatti quando modifichiamo l’immagine sullo schermo del nostro computer dobbiamo esser certi che il modo in cui vediamo i colori sia riportato allo stesso modo sui supporti di tutte le altre persone interessate a visionare le nostre immagini. Sarà capitato a diverse persone di inviare foto (viste ed elaborate al PC), al laboratorio di stampa e con enorme delusione ricevere stampe più scure e/o con dominanti di colori più sature rispetto all’anteprima vista al monitor: questo è il classico esempio in cui si evidenziano i limiti del possedere un monitor non calibrato.

Cosa occorre per calibrare il monitor

Sebbene esistano diversi metodi per la calibrazione, noi riteniamo che per avere risultati apprezzabili bisogna ricorrere all’uso di un colorimetro, ovvero una sonda colorimetrica che consente di ottenere una calibrazione vera e propria, a differenza di altri metodi “software” che rappresentano soluzioni approssimative (vedi lo strumento incorporato in Windows).

Per il nostro test abbiamo scelto lo SpyderX di Datacolor che è presente sul mercato in due versioni: SpyderX PRO ed SpyderX ELITE. Suggeriamo di acquistare la versione PRO invece della più costosa ELITE (quest’ultima infatti a fronte di un prezzo di vendita più elevato offre soltanto un plus nel software permette rispetto alla versione PRO una maggiore personalizzazione del procedimento di calibrazione); dato che possiamo utilizzare la sonda SpyderX con un software open source che offre funzionalità non da meno rispetto al software proprietario fornito con la versione ELITE, possiamo tranquillamente risparmiare acquistando la versione PRO.

Un altro elemento necessario, oltre al colorimetro, è quindi il software che permette di gestire il funzionamento della sonda colorimetrica: come accennato esistono diverse soluzioni sia proprietarie che open source; una soluzione veramente valida di tipo open source è DisplayCAL, un software che supporta diversi modelli di colorimetri e consente di ottenere calibrazioni persino più precise rispetto all’utilizzo dei software proprietari talvolta forniti in bundle con le relative sonde.

Il terzo elemento da avere è dato ovviamente dal monitor da calibrare, sembra scontato ma anche questo elemento deve possedere determinati requisiti minimi. Non è pensabile, infatti, ottenere buoni risultati da una calibrazione effettuata su monitor entry-level (ad esempio monitor dal valore commerciale inferiore a 150 euro oppure i monitor integrati nei notebook di fascia bassa) , sui quali a volte la calibrazione può addirittura peggiorare la situazione andando a causare la visualizzazione a schermo di dominanti di colore o fenomeni di banding dovuti essenzialmente all’incapacità del monitor di riprodurre una determinata percentuale di spazio colore.

Alla luce delle considerazioni fin’ora svolte abbiamo deciso di effettuare la calibrazione di un monitor ASUS ROG Strix X258Q (monitor da gaming competitivo con pannello TN a 240Hz e tempo di risposta 1ms) servendoci del colorimetro SpyderX di datacolor abbinato al software open-source DisplayCAL. Il monitor in questione pur non avendo un pannello IPS (essendo votato al gaming competitivo) è dotato pur sempre di un pannello di buona qualità; pertanto il nostro intervento di calibrazione risulta possibile anche in considerazione dell’opportunità di ottenere, al termine del processo di calibrazione, le informazioni relative allo spazio di copertura colore non reperibili altrove (come già detto nell’introduzione dell’articolo).

Come calibrare il monitor con DisplayCAL

Per prima cosa procuriamoci il software open-source DisplayCAL scaricandolo dal sito ufficiale e procediamo all’installazione sul PC al quale è collegato il monitor che vogliamo calibrare.

Installazione del driver Argyll

Fatto questo, si rende necessario installare i driver per far funzionare la sonda colorimetrica, nel nostro caso lo SpyderX di datacolor: dopo aver avviato DisplayCAL, recatevi nel menu TOOL–>Strumento/Porta –> Install Argyll CMS instrument drivers e procedete cliccando sul pulsante Donwload & Install, confermando tutte le richieste successive necessarie all’installazione del driver.

Scelta di un profilo pre-impostato

Dopo l’installazione del driver Argyll che ci consente di supportare il colorimetro SpyderX, possiamo scegliere un profilo per la calibrazione, scegliendo dal menu a tendinà visualizzato nell’immagine in basso con delle impostazioni pre-caricate in modo da andare veloci. Nel nostro caso suggeriamo di non selezionare nessun profilo preimpostato e di lasciare il tutto su in quanto andremo a impostare la calibrazione in modo fine creando un profilo nostro personalizzato.

displaycal_scelta_profilo

In ogni caso se proprio avete fretta e voleste scegliere un profilo pre-impostato, a meno che non siate in possesso di un monitor fotografico professionale, tenete conto che  la maggior parte dei monitor in commercio sono progettati per funzionare con un punto di bianco “nativo” a 6500K e quindi una calibrazione basata su un punto di bianco più caldo (es. 5800 o 5000K) potrebbe causare una riduzione della gamma di colori riproducibile (GAMUT). Pertanto se dovete calibrare un monitor da gaming la scelta consigliata è il profilo sRGB oppure selezionare Current e procedere a impostare manualmente tutte le impostazioni seguendo la nostra guida.

Impostazioni Display & Instrument

Adesso iniziamo con il settaggio delle impostazioni personalizzate partendo dalla prima scheda ovvero Display & Instrument come mostrato nell’immagine riportata sotto:

displaycal_impostazioni_generali

Bisogna quindi selezionare lo strumento ovvero il colorimetro (nel nostro caso SpyderX), la modalità (suggeriamo di impostare Generic), e soprattuto non dimenticare di flaggare White level drift compensation e Black level drift compensation.

Impostazioni Calibration

 Le impostazioni per la calibrazioni riguardano:

  • La temperatura del punto di bianco espressa in gradi kelvin
  • La luminosità espressa in cd/m2 (numero di candele per metro quadro)
  • La curva dei toni

Per quanto riguarda la temperatura del punto di bianco, impostiamo il valore 6504K, 5800k o 5000k.

Come già visto in precedenza, l’impostazione di un punto di bianco più caldo (5800k o addirittura 5000k) dovrebbe consentire una maggiore corrispondenza dei colori con la stampa su carta, ma potrebbe (il condizionale è d’obbligo) ridurre il gamut di un monitor progettato per funzionare a 6500k.

Recapitolando, il valore in gradi Kelvin da impostare per il punto di bianco è:

  • 6504K (se le foto e le immagini da noi elaborate sono pubblicate sul WEB)
  • 5800K o 5000K (se stampiamo abitualmente le nostre foto su carta)

La luminosità del punto di bianco è un fattore importantissimo da considerare soprattutto se si utilizza il monitor per mostrare il risultato di operazioni di fotoritocco (es. mediante Photoshop o Camera RAW) poichè impostando un valore di luminosità alto si corre il rischio che l’anteprima delle immagini al monitor risulti più chiara e luminosa rispetto alla stampa su carta con l’inevitabile amara sorpresa di ritirare stampe buie e sottoesposte. Ciò accade fondamentalmente perchè un’immagine vista al monitor tende a risultare sempre più luminosa della corrispondente stampata su carta, in quanto il monitor è un supporto retroilluminato, la carta no, pertanto, per assottigliare questa differenza, occorre ridurre il più possibile la luminosità del monitor impostando il valore più basso possibile.

Consapevoli del fatto che la scelta esatta della luminosità del punto di bianco viene influenzata anche dalla luminosità ambientale ossia della stanza in cui lavoriamo, possiamo comunque in via approssimativa e sintetica consigliarvi i seguenti valori in cd/m2:

  • 90 cd/m2 per fotoritocco e successiva stampa delle foto su carta
  • 120 cd/m2 se pur facendo fotoritocco le immagini e le foto elaborate sono destinate ad essere pubblicate esclusivamente sul WEB (es. instagram, flickr, 500px etc..)

Infine per quanto riguarda la curva dei toni, impostare sRGB oppure Gamma 2.2.

displaycal_calibrazione

Impostazioni per la creazione del profilo

Siamo giunti all’ultima fase che precede l’avvio del processo di calibrazione, si tratta di impostare la lunghezza della testchart per la creazione del profilo di calibrazione. Più lunga è la testchart maggiore è la precisione e l’accuratezza del processo di calibrazione. Riteniamo più che sufficiente selezionare l’opzione large testchart for LUT profiles, in quanto l’opzione very large testchart comporterebbe un tempo di profilazione troppo oneroso (2 ore e 54 minuti) a fronte di vantaggi decisamente trascurabili. Dopo di ciò siamo pronti per cliccare sul pulsante Calibra e crea profilo.

displaycal_testchart

Calibrazione del monitor

Dopo questa fase preliminare che si rende necessaria per il setup della calibrazione, prima di iniziare il procedimento vero e proprio, raccomandiamo che:

  • la superficie del monitor sia perfettamente pulita (se non lo fosse procediamo nella pulizia soprattutto della parte centrale che è quella sul quale appoggeremo il colorimetro SpyderX). 
  • il monitor sia acceso da almeno 30 minuti
  • vi sia totale assenza di riflessi sullo schermo (a tale scopo consigliamo di operare in una stanza con finestre abbassate)
  • siano lasciate attive le impostazioni di fabbrica del monitor (luminosità, contrasto, saturazione, temperatura etc..)

Dopo esservi assicurati di aver soddisfatto tutte i pre-requisiti sopra elencati, collegate il vostro colorimetro SpyderX alla porta USB, senza aprire ancora il tappo posteriore che copre la lente.

Cliccate sul tasto Calibra & Crea Profilo e vi apparirà la seguente schermata:

displaycal_avvio

Si tratta dell’impostazione dell’area dello schermo in cui dovrete posizionare il colorimetro, quest’area può essere regolata e spostata a vostro piacimento anche se vi consigliamo di lasciarla così com’è. Dopo aver deciso la dimensione del riquadro d’appoggio potete cliccare su Avvio misurazione, in modo da passare alla schermata successiva:

displaycal_avvio

Giunti a questo punto, dovete limitarvi a confermare premendo il pulsante OK della finestra di dialogo che vi propone il software DisplayCAL. La schermata successiva sarà la seguente:

displaycal_avvio

Soltanto adesso, potete aprire il tappo coprilente del colorimetro SpyderX che avete già collegato alla porta USB. Questo passaggio è importante, in quanto, nel caso apriste frettolosamente il tappo coprilente dello spyderX nei passaggi precedenti, DisplayCAL vi restituirebbe una finestra di dialogo con il seguente messaggio di errore: “The instrument self-calibration offsets are too high. Make sure no light shines on the sensor during instrument self-calibration (put the cap on tightly).” Pertanto in questa fase è possibile posizionare il colorimetro come mostrato nella foto in basso e cliccare ok.

colorimetro_datacolor_spyderx_su_asus_xg258

DisplayCAL vi chiederà di far partire la misurazione assistita per impostare i valori di luminosità e temperatura del punto di bianco. E’ necessario quindi cliccare sul pulsante Start measurement come mostrato nella schermata in basso:

displaycal_correzione_interattiva_dello_schermo

Dopo qualche secondo DisplayCall visualizzerà i valori di luminosità e di temperatura misurata, nonchè il quasi sicuro scostamento dai valori target. In questa fase è necessario il nostro intervento in modo da poter allineare temperatura e luminosità misurati ed effettivi ai valori target: per far ciò dobbiamo entrare nel menu OSD delle impostazioni del nostro monitor agendo sul valore della luminosità (solitamente impostabile da 0 a 100), giocando fino a quando non si raggiunge la corrispondenza; per quanto riguarda invece la temperatura del punto di bianco occorre recarsi nelle impostazioni della temperatura del colore e impostare anzichè un valore preimpostato (es. caldo, freddo, normale), il valore USER DEFINE in modo da regolare i 3 canali (Red, Green e Blue) fin quando DisplayCAL ci mostri la corrispondenza. Una raccomandazione importante è quella di impostare a 100 uno dei tre canali e abbassare gli altri due.

Nel nostro caso con un valore target di luminosità di 90 cd/m2 e un punto di bianco a 6504K abbiamo ottenuto la corrispondenza esatta, bloccando il verde al 100% e riducendo rosso e blu rispettivamente a 99% e 97%. Inoltre per ottenere una luminosità effettiva di 90 cd/m2 oltre ad abbassare la luminosità completamente (0) siamo stati costretti a diminuire il valore del contrasto a 73 dagli 80 iniziali impostati di fabbrica. Invece impostando un punto di bianco a 5000k, per allineare tutti e tre i canali RGB, è stato necessario bloccare il rosso a 100 e diminuire il verde a 87 e il blu a 69, mantenendo invariato il contrasto a 80 e portando la luminosità a 3. Nella schermata in basso i valori impostati nell’OSD del monitor con calibrazione del punto di bianco a 6504K.

parametri_asus_xg258_per_la_calibrazione
displaycal_correzione_interattiva_ok

Dopo aver raggiunto la corrispondenza evidenziata, dalle scritte in verde, possiamo interrompere la misurazione assistitita cliccando su Stop measurement e Continue on to calibration.

Da questo momento in poi seguire le istruzioni a video, il processo durerà complessivamente poco più di 30 minuti. Al termine potete togliere lo SpyderX da sopra il monitor, avendo cura di richiudere il tappo coprilente. Al termine della calibrazione, sono interessanti le informazioni relative al GAMUT del nostro monitor:

displaycal_esito

Come mostra lo screenshot il monitor ASUS ROG Strix XG258 è in grado di offrire una copertura del 98,7% di spazio sRGB e del 72,8% di spazio AdobeRGB, valore ottimo e di tutto rispetto per un monitor “non fotografico” ovvero non concepito per fotoritocco ma per gaming anche in considerazione del fatto che è dotato di un pannello TN anzichè IPS. sRGB è lo standard corrente internazionale, adottato in genere da software e hardware come Microsoft Windows, schermi, stampanti e fotocamere digitali, invece AdobeRGB è uno standard di spazio colore alternativo proposto da Adobe Systems con un area di colori più ampia di quella di sRGB, che consente maggiori dettagli e colori più vibranti e per questo motivo è ampiamente utilizzato nell’ambito della stampa professionale e industriale. 

A questo punto ci viene chiesto se installare o meno il profilo .ICM appena creato, non ci resta che confermare cliccando sul pulsante Installare il profilo e successivamente confermare l’ autorizzazione che ci verrà richiesta. Dopo aver creato e applicato il profilo colore, DisplayCAL ci mostrerà suo nome che abbiamo evidenziato in giallo nella schermata in basso.

displaycal_profiloicm

 

Conclusioni finali su Come calibrare ill monitor mediante sonda colorimetrica

Il procedimento di calibrazione è consigliato a coloro i quali utilizzano il computer per la condivisione e la stampa di immagini e richiede un esborso iniziale legato all’acquisto di una sonda colorimetrica che tuttavia si rivelerà un buon investimento anche per il futuro in quanto si rivelerà necessaria per calibrazioni periodiche future sullo stesso monitor o su altri monitor di cui verremo in possesso.

L’acquisto di un colorimetro non può essere sostituito dal mero download di un profilo .ICC messo a disposizione da siti internet quali TFTCENTRAL, in quanto sebbene ottenuto da un monitor uguale al nostro, il processo di calibrazione viene influenzato anche dal modello e dalla tipologia di scheda video; quindi anche nel caso in cui trovassimo sul web un profilo ICC di un modello specifico di monitor identico al nostro, il risultato potrebbe non essere dei migliori. Se infatti mettessimo a disposizione il file .ICM creato nel nostro test, questo sarebbe fruibile soltanto dai possessori di ASUS ROG Strix XG258 e Sapphire Radeon RX5700XT (scheda video da noi utilizzata nel processo di calibrazione).

L’unico caso in cui sconsigliamo l’acquisto di una sonda per calibrare il vostro monitor è quello in cui quest’ultimo sia di scarsa qualità, in questi casi infatti si rischia di ottenere dominanti di colore e fenomeni di banding (soprattutto diminuendo la luminanza a valori idonei al fotoritocco); tuttavia se l’intenzione è quella di cambiare monitor, è comunque consigliabile acquistare preventivamente un colorimetro, effettuare un tentativo sul vecchio monitor prima di acquistare il nuovo (poichè ci ritroveremo la sonda per poter effettuare la calibrazione di quest’ultimo).

L’articolo-guida si riferisce all’utilizzo del colorimetro SpyderX di Datacolor, ma ciò non toglie che possate optare per l’acquisto di una sonda diversa, infatti il procedimento a grandi linee non si discosta, dato che abbiamo utilizzato un software open source e universale. Abbiamo provato anche ad utilizzare il software fornito da Datacolor, che sebbene risulti molto più veloce nell’effettuare la calibrazione (meno di 5 minuti in luogo dei 30 minuti abbondanti richiesti nel nostro test) non ci ha convinto affatto per via di diverse mancanze sopratutto in fatto di personalizzazioni.

Anche se non avete mai pensato all’opportunità di calibrare il vostro monitor, magari, dopo aver letto questo articolo probabilmente prenderete in considerazione l’idea di acquistare una sonda colorimetrica e di procedere alla calibrazione osservando le istruzioni che vi abbiamo dato in questa guida. Se così dovesse essere, non esitate a chiedere nei commenti, in caso di dubbi o difficoltà lo staff di PCGaming.Tech è a vostra disposizione.

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